Gas effetto serra: effetti, gestione e provvedimenti

I gas ad effetto serra sono piuttosto rilevanti se volessimo considerare il loro effetto sull’ambiente. Il motivo è legato al loro impatto e come riescono ad influenzare la temperatura della superficie terrestre. Da qui nasce quello che tutti conosciamo come “effetto serra”.

Si tratta di un fenomeno particolare: tali gas danno vita a delle emissioni sia antropiche che naturali. L’anidride carbonica viene generata dalla combustione di petrolio, carbone e gas naturali, impattando notevolmente sull’ambiente.

Ma non è tutto, poiché l’emissione di gas ad effetto serra (se generati in eccesso) potrebbero generare altresì, deforestazione e conseguenti alterazioni climatiche.

In un mondo dove si presta sempre maggiore attenzione alla provenienza di cibi ed al biologico, è diventato assolutamente un problema primario: tutti i paesi industrializzati hanno preso dei provvedimenti relativamente elle emissioni di gas serra.

Gas ad effetto serra: perché sono definiti “nocivi”?

I gas ad effetto serra provocano degli squilibri insostenibili per la vita sulla Terra.

Il problema si verifica nel momento in cui l’uomo comincia ad abusare di combustibili fossili, alterando l’equilibrio termico della Terra, generando un eccessivo surriscaldamento globale.

Se il calore superasse certi limiti, le conseguenze sarebbero sempre più pericolose: riscaldamento dell’Oceano e dei mari, scioglimento dei ghiacciai, stagioni alterate, aumento di siccità in alcune parti (con evidenti danni nelle zone aride) e precipitazioni devastanti in altre zone del pianeta.

I danni in questo caso, vengono prodotti dall’uomo. Ecco perché sarebbe meglio prestare attenzione all’uso di macchinari e attrezzature che emettono tali gas.

 

Quali sono gli impianti che contengono gas pericolosi e come monitorarli

 

Gli impianti che contengono gas pericolosi sono gli impianti di condizionamento e refrigerazione o di pompe di calore.

 

Occorre dunque, maggior sicurezza da adottare nei luoghi di lavoro. Particolare attenzione va data alla manutenzione della strumentazione e agli impianti, oltre che al corretto uso tecnico degli stessi.

 

Il controllo degli impianti dovrà essere effettuato da un tecnico abilitato (interno o esterno), egli dovrà conseguire una attestazione di idoneità al controllo ed essere dotato di una strumentazione specifica come:

 

  • Recuperatore;
  • Pompa del vuoto;
  • Cercafughe a schiuma;
  • Riduttore pressione azoto;
  • Stazione saldante;
  • Bombola stoccaggio refrigerante;
  • Vacuometro (qualora non fosse incluso nella pompa del vuoto);
  • Bilancia;
  • Termometro (laser, a contatto o digitale);
  • Pinza amperometrica;
  • Cercafughe elettronico;
  • Gruppo manometrico (digitale oppure analogico).

 

La gestione delle emissioni in Italia

In Italia il Ministero dell’ambiente ha emesso delle specifiche normative da rispettare per limitare quanto più possibile il contenimento e la propagazione di gas tossici, nocivi per l’ambiente.

Ad esempio nel caso di aziende installatrici e/o detentrici di impianti di condizionamento contenenti gas fluorurati, come pompe di calore e impianti di climatizzazione, sarà necessario essere in regola con una certificazione specifica di settore denominata F GAS.

Tale documento dev’essere compilato e trasmesso al Ministero dell’Ambiente per permettere il monitoraggio di tutti gli impianti contenenti gas nocivi sul territorio italiano.

L’obiettivo è quello di quantificare le emissioni di gas fluorurati prodotte dai macchinari e apparecchiature.

Per riuscire a certificare tali emissioni non basta sapere cosa fare a livello tecnico: la legge impone che l’operatore incaricato abbia delle specifiche competenze da ottenere attraverso il conseguimento di un apposito patentino.

Se gestissi un’azienda dove sono installati degli impianti che contengono od emettono gas pericolosi, dovrai interessarti a come ottenere annualmente e come fare la certificazione per gas fluorurati. Il patentino di cui parlavamo prima prevede un esame sia teorico che pratico.