Cambio gestore luce: morosità e sospensione della fornitura

L’energia elettrica e il gas sono forniture di cui tutti noi abbiamo bisogno. Da una parte è giusto che gli utenti vadano in cerca di un’offerta che possa essere loro vantaggiosa, dall’altra i fornitori devono, dopo aver offerto un servizio, richiedere quanto dovuto ai loro clienti e intervenire in caso di morosità. Talvolta delle persone tentano di risparmiare tramite dei trucchi (leggi, ad esempio, come non pagare la bolletta e cambiare gestore), ma nel lungo periodo questa condotta può portare a situazioni spiacevoli. Nell’articolo di oggi andremo a vedere cosa bisogna fare per cambiare gestore in caso di morosità e quali sono le condizioni da rispettare per poterlo fare.

Cambiare gestore luce essendo morosi: si può fare?

Partiamo dalla definizione del termine “morosità”. Che cosa significa? È la condizione in cui si trova un insolvente nel momento in cui questo ritarda per il pagamento di un debito. Nella fattispecie, parlando di contratti luce (o gas) questo debito si può accumulare non pagando quanto dovuto ai propri fornitori e indicato nella bolletta.

Un ritardo, un inconveniente o un’impossibilità fisica di pagare una bolletta una tantum possono presentarsi, ma non sono rari i casi in cui il non-pagamento è una scelta ben precisa dell’utente, mossa da ragioni come contenziosi o addebiti giudicati scorretti. Ci sono altre situazioni in cui, ad esempio, un nuovo inquilino entra in una casa e al momento di fare una voltura si rende conto che il precedente affittuario ha lasciato l’immobile, e i contratti legati a quest’ultimo e a suo nome, senza saldare quanto dovuto.

Nel caso in cui la morosità non sia ereditata da un intestatario del contratto precedente, dopo quanto un fornitore considera un cliente moroso? Nel momento in cui arriva una bolletta, la data di scadenza dev’essere indicata chiaramente, e dev’essere almeno 20 giorni dopo la data della prima emissione. In caso di mancato pagamento l’utente riceverà una raccomandata di sollecito, nella quale è indicata una seconda scadenza e la possibilità di sospendere la fornitura. Se nemmeno questa possibilità si rivelasse proficua, sarà scelta del fornitore sospendere la fornitura (o ridurne la potenza, per un arco di tempo pari a 15 giorni).

Ora che le condizioni per cui un utente è da considerarsi moroso sono state stabilite, rispondiamo alla domanda posta nel titolo del paragrafo: si può cambiare gestore luce essendo morosi? La risposta è no, per un motivo molto preciso: finché non si pagano tutti i debiti pregressi con la precedente società di vendita sarà impossibile cambiare fornitore.

In quali situazioni un moroso non può cambiare gestore luce?

A livello logico per un fornitore sarebbe controproducente proporre un contratto di energia elettrica ad un utente che nel tempo non si è rivelato un buon pagatore (o addirittura un pagatore e basta). Non è così semplice tuttavia, perché ci possono essere più situazioni di morosità: gli insoluti possono essere infatti conteggiati a proprio titolo o, come abbiamo introdotto a fine articolo, a titolo dell’inquilino precedente.

Nel primo caso, essendo l’utente direttamente responsabile della morosità, non ci sono molte possibilità se non quella di pagare le insolvenze. Fatto ciò, un contratto nuovo potrà essere eventualmente stipulato, ma è una condizione assolutamente necessaria e non modificabile.

Per quanto riguarda la morosità di un inquilino precedente, invece, ci si può rivolgere al fornitore richiedendo una voltura o un cambio di fornitore, ma questi saranno effettivi soltanto dal primo giorno del mese successivo alla richiesta.

Quando avviene la sospensione della fornitura?

Se cambiare gestore luce essendo morosi non è un’opzione, né tantomeno pagare quanto dovuto, l’ultimo step del contenzioso si risolverà con la sospensione della fornitura da parte della compagnia energetica. Questa mossa non aiuta nessuno degli attori coinvolti, perché se da una parte il fornitore si ritrova a dover interrompere una fornitura e perdere un potenziale cliente, dall’altra i costi di una possibile riattivazione, in un secondo momento, si andranno ad aggiungere a quelli già dovuti dalla morosità. Di questi ultimi non è possibile fare una stima precisa, ma variano in base alla tipologia di contratto (se parte del mercato libero o di quello tutelato) e agli oneri amministrativi.

Ci sono infine una serie di motivi per cui un fornitore, pur volendo, non è nelle condizioni di sospendere la fornitura di energia. Nello specifico, non può farlo se:

  • il cliente non ha ricevuto un preavviso nelle tempistiche legali;
  • il pagamento della morosità, pur non essendo ancora stato saldato, è stato comunicato al fornitore;
  • la sospensione dovesse iniziare nei giorni festivi, prefestivi e di venerdì o sabato;
  • la bolletta è caduta in prescrizione;
  • gli importi presentati al cliente sono anomali rispetto all’effettiva fornitura;
  • il cliente dipende dall’energia elettrica per la propria salute.

La sospensione della fornitura è un rimedio a cui un fornitore non vorrebbe mai arrivare, e cambiare gestore luce essendo morosi non è una mossa corretta. È meglio per tutti pagare le bollette nelle corrette tempistiche, a maggior ragione se c’è l’intenzione di voler cambiare gestore nell’immediato futuro.